Il governo “tecnico” di Monti-Napolitano, come nelle nostre previsioni, con velocità impressionante applica la riduzione dei diritti in ogni ambito: mentre le prime proposte del ministro dell’istruzione, come l’abolizione del valore legale dei titoli di studio, vanno nella direzione di proseguire quei processi di privatizzazione nel mondo della formazione, assistiamo ad un rapido impoverimento di casse destinate al welfare e, dulcis in fundo, si prosegue con la riforma del mercato del lavoro!
Una riforma giustificata con l’obiettivo di incentivare le imprese estere ad investire sul nostro territorio mediante la libertà assoluta nel licenziamento dei dipendenti. Viene resa vana la tutela operata sui diritti dei lavoratori dall’art.18, in una cooperazione tra governo e sindacati come al solito poco inclini alla lotta e completamente assoggettati alle scelte imposte dal padronato nostrano e dai poteri finanziari transazionali; Tutto ciò condito della continua e logorante litania del “padre della patria” Napolitano, che incita al sacrificio per il risanamento del debito pubblico. Continua a leggere