Disabilità: disuguaglianza e distanziamento sociale perenne

Continuano gli approfondimenti della comunità ribelle dell’Agro Caleno inseriti nella campagna #stessatempestabarchediverse. Dopo il contributo di Paco su scuola e digital divide oggi pubblichiamo un contributo di Pietro e Fabiola, attivisti nelle lotte ambientali in Terra di Lavoro. Mettono al centro del dibattito un tema troppo poco discusso ma dal forte valore politico ed umano, un punto di vista non solo da membri attivi della nostra comunità ma soprattutto da genitori. Buona lettura.

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La pandemia da Covid 19, che ha scatenato una crisi non solo sanitaria, ma anche economica e sociale, è il detonatore che sta portando allo scoperto e facendo esplodere contraddizioni a lungo offuscate o tenute ai margini della discussione politica. Una di queste problematiche, a lungo sopite, è senza dubbio la disabilità. In Italia le stime ISTAT raccontano di circa  3,1 milioni di vite ai margini, abbracciando ovviamente uno spettro vastissimo di condizioni patologiche permanenti (sia fisiche che psichiche). In termini percentuali parliamo di circa il 5,2% della popolazione nazionale. Continua a leggere

Elezioni 2018: l’unica scelta utile rimane l’astensione, il rifiuto! Rilanciamo il conflitto, costruiamo autorganizzazione

Un’altra elezione è alle porte, il 4 marzo si tornerà alle urne per eleggere i “nuovi” governanti. Il teatrino della politica istituzionale si è già riaperto, tra finte contrapposizioni e solite promesse elettorali. Promesse che tuttavia non ingannano più i governati costretti a sopportare l’arroganza di un potere marcio che ci vuole precari a vita nel lavoro come nell’esistenza e ci chiama solo quando gli fa comodo, a legittimarlo con una croce in bianco per toglierci anche la parola.

Che si tratta di un potere in crisi, anche se ancora saldamente legato alle sue poltrone lo dimostrano i trend di astensione degli ultimi anni non solo in Italia, che evidenziano una distanza sempre più profonda tra istituzioni ed abitanti, tra bisogni sociali insoddisfatti e logiche di palazzo piegate ai diktat dei poteri che contano veramente; agli interessi delle lobbie, del capitale internazionale impegnato in un’aspra concorrenza interna per ridisegnare sul piano geopolitico globale aree di influenza e distribuzione dei profitti a scapito dell’umanità e del pianeta stesso. Un potere sempre più armato che utilizza le sue istituzioni, nazionali e transnazionali per imporre le politiche economiche agli stati, che decide arbitrariamente i confini, che alimenta lo scontro tra poveri e sempre più spesso fa ricorso al terrorismo ed alla guerra.

In questo quadro di comando anche quando nuove forze politiche, hanno i numeri per governare – il caso greco vale per tutti – in realtà non hanno alcun potere reale di farlo.
(Anche dove attraverso appuntamenti referendari il dominio apparentemente legittima la volontà popolare, notiamo che la decisione finale spetta sempre ad altri, basti ricordare il referendum per l’acqua pubblica tenutosi nel 2011 dove il fronte contro la privatizzazione vinse in maniera schiacciante ma di fatto il servizio idrico è un servizio pubblico a “rilevanza economica” da gestire secondo le leggi del mercato). Continua a leggere

TARES: piazza militarizzata, cresce l’indignazione e l’assemblea pubblica lancia un ultimatum.

Ieri, 10 marzo 2014 si è svolta l’assemblea pubblica, indetta dal Movimento che si è creato intorno alla questione Tares. Il clima della piazza era alquanto surreale, completamente militarizzata, carabinieri, poliziotti in antisommossa e guardia di finanza, insomma clima cileno.

Grande la partecipazione popolare, nonostante il tentativo intimidatorio e poco rispettoso nei confronti dei cittadini. Tante le proposte uscite dall’assemblea con interventi di commercianti, semplici cittadini, liberi professionisti, mamme e giovani, che vedono nella tares un’ennesima batosta, in un contestodi disoccupazione, di perdita di posti di lavoro, stretti nella morsa continua del carovita e della crisi. Continua a leggere

#19O, la sollevazione è appena cominciata

Abbiamo atteso qualche giorno prima di scrivere il nostro punto di vista sulla manifestazione del 19 ottobre a Roma. Fondamentalmente riteniamo che quella giornata abbia avuto bisogno dei tempi giusti per apparire chiara, forse perché noi, come tantissime altre realtà di movimento che l’hanno attraversata, eravamo impreparati a un risultato simile ed avevamo forse dimenticato mobilitazioni come quella di sabato, costruite dal basso, in piena autonomia e soprattutto capaci di dettare, questa volta per davvero, un’agenda politica che parlasse di lotte reali, di bisogni concreti, che sapesse camminare su gambe proprie, senza dover fare a gomitate all’interno di cortei chiamati da altri (leggi sindacati o partiti). Continua a leggere