Siamo all’alba di una nuova emergenza rifiuti, come al solito un’emergenza “a orologeria”, pianificata in base a precisi progetti di speculazione e di messa a profitto dei nostri territori. Ormai è palese: il piano criminale che dovrebbe portarci ad una nuova emergenza è in atto, lo si evince dalla strategia dei roghi che stanno attanagliando tutta la Nazione da due anni a questa parte e dai tentativi di installazione di nuovi impianti per lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti, compresi quelli provenienti dai disastrosi roghi di questi anni.
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Elezioni 2018: l’unica scelta utile rimane l’astensione, il rifiuto! Rilanciamo il conflitto, costruiamo autorganizzazione
Un’altra elezione è alle porte, il 4 marzo si tornerà alle urne per eleggere i “nuovi” governanti. Il teatrino della politica istituzionale si è già riaperto, tra finte contrapposizioni e solite promesse elettorali. Promesse che tuttavia non ingannano più i governati costretti a sopportare l’arroganza di un potere marcio che ci vuole precari a vita nel lavoro come nell’esistenza e ci chiama solo quando gli fa comodo, a legittimarlo con una croce in bianco per toglierci anche la parola.
Che si tratta di un potere in crisi, anche se ancora saldamente legato alle sue poltrone lo dimostrano i trend di astensione degli ultimi anni non solo in Italia, che evidenziano una distanza sempre più profonda tra istituzioni ed abitanti, tra bisogni sociali insoddisfatti e logiche di palazzo piegate ai diktat dei poteri che contano veramente; agli interessi delle lobbie, del capitale internazionale impegnato in un’aspra concorrenza interna per ridisegnare sul piano geopolitico globale aree di influenza e distribuzione dei profitti a scapito dell’umanità e del pianeta stesso. Un potere sempre più armato che utilizza le sue istituzioni, nazionali e transnazionali per imporre le politiche economiche agli stati, che decide arbitrariamente i confini, che alimenta lo scontro tra poveri e sempre più spesso fa ricorso al terrorismo ed alla guerra.
In questo quadro di comando anche quando nuove forze politiche, hanno i numeri per governare – il caso greco vale per tutti – in realtà non hanno alcun potere reale di farlo.
(Anche dove attraverso appuntamenti referendari il dominio apparentemente legittima la volontà popolare, notiamo che la decisione finale spetta sempre ad altri, basti ricordare il referendum per l’acqua pubblica tenutosi nel 2011 dove il fronte contro la privatizzazione vinse in maniera schiacciante ma di fatto il servizio idrico è un servizio pubblico a “rilevanza economica” da gestire secondo le leggi del mercato). Continua a leggere

7Ottobre a Calvi: in marcia per le bonifiche e contro Invitalia, bloccata l’A1 Roma-Napoli
Ripostiamo da infoaut.org
Questa mattina a Calvi Risorta (ce) sono scesi in strada comitati, centri sociali e collettivi da tutta la Campania per chiedere l’immediata bonifica della discarica ExPozzi, una delle discariche di rifiuti tossici più grande d’Europa, ma soprattutto per imporre che le stesse non vengano affidate al carrozzone governativo Invitalia.
In strada a Calvi anche la comunità di bellona, piccolo centro a pochi kilometri di distanza, colpita dal rogo della Ilside, un deposito di rifiuti speciali, avvenuto lo scorso luglio.
NEL TEMPO DELLA CRISI CONQUISTIAMO A SPINTA DIRITTI, REDDITO, DIGNITA’!
Tares, licenziamenti Nuroll, riapertura della Biopower e la nuova Tari. E’ tempo di invertire la rotta!
Mentre una larghissima fetta di popolazione è allo stremo delle forze, l’inefficienza e il fallimento delle istituzioni costringe ancora una volta uomini e donne a ricevere tasse esorbitanti, ad essere sbattuti fuori dalle fabbriche, a vivere nella totale incertezza del domani, a dover sentir parlare di lavoro soltanto per sponsorizzare una bruttissima e dannosissima centrale della Biopower spacciata come la soluzione alla disoccupazione calena, solite promesse da marinaio dei politicanti in cerca di voto per le prossime elezioni, sappiamo bene che la Biopower è un grosso affare, ma sappiamo anche che a lavorarci potrebbero essere in pochi, mentre i disoccupati pignataresi, caleni e sparanisani sono ormai un esercito. Continua a leggere