Il Proletario, un libro per ricordare il giornale clandestino della Resistenza in Campania

Il Proletario fu l’unico giornale clandestino della Resistenza antifascista al Sud, stampato a Capua dalla primavera 1942 fino ad agosto 1943 e fondato da Aniello Tucci e Michele Semeraro. L’incredibile storia di questo giornale fuorilegge e delle persone che diedero vita all’esperienza fu messa a tacere e dimenticata subito dopo la guerra, anche per via di conflitti politici che fecero si che Aniello Tucci fosse espulso dal PCI da Togliatti nel 1947.

La storia de Il Proletario era stata lasciata all’oblio fino agli anni 90, quando lo storico Franco Pezone, pubblica una bella e appassionata ricerca/intervista ad Aniello Tucci, il lavoro di Pezone è stato ripreso dalla casa editrice indipendente Tracce Ribelli per ripubblicarlo con un’ampia considerazione iniziale, il cui lavoro di ricerca storiografica è stato coordinato da Massimiliaino Palmesano per Tracce Ribelli, in cui partendo dalla storia de Il Proletario, si è cercato  di riconnettere i fili della memoria e di fare luce su di una pagina di storia, quella della Resistenza in terra di Lavoro, troppo spesso e troppo a lungo dimenticata.

Il risultato è un vero e proprio punto di vista nuovo su quei mesi tra agosto e ottobre 1943 in Terra di Lavoro, si sono ricostruiti sabotaggi, azioni partigiane singole, vere e proprie battaglie campali e insurrezioni di massa in città come Capua e S. Maria, partendo sia da materiale edito, sia grazie a documenti inediti, soprattutto riguardo all’insurrezione capuana, portati alla luce dalla professoressa Anna Solari.

L’affascinante storia dell’unico giornale clandestino della resistenza meridionale si intreccia con le storie dei suoi redattori, dei suoi distributori e con le decine di storie di resistenza che conobbe la Terra di Lavoro e di cui parla il volume: dalla battaglia del monte Tifata all’eroico sacrificio del 16enne Carlo Santagata. Un quadro generale che riesce a dare una nuova luce sulle vicende resistenziali in provincia di Caserta.

Per maggiori informazioni, organizzare presentazioni o acquistare il volume scrivere a tracceribelli@gmail.com

Elezioni 2018: l’unica scelta utile rimane l’astensione, il rifiuto! Rilanciamo il conflitto, costruiamo autorganizzazione

Un’altra elezione è alle porte, il 4 marzo si tornerà alle urne per eleggere i “nuovi” governanti. Il teatrino della politica istituzionale si è già riaperto, tra finte contrapposizioni e solite promesse elettorali. Promesse che tuttavia non ingannano più i governati costretti a sopportare l’arroganza di un potere marcio che ci vuole precari a vita nel lavoro come nell’esistenza e ci chiama solo quando gli fa comodo, a legittimarlo con una croce in bianco per toglierci anche la parola.

Che si tratta di un potere in crisi, anche se ancora saldamente legato alle sue poltrone lo dimostrano i trend di astensione degli ultimi anni non solo in Italia, che evidenziano una distanza sempre più profonda tra istituzioni ed abitanti, tra bisogni sociali insoddisfatti e logiche di palazzo piegate ai diktat dei poteri che contano veramente; agli interessi delle lobbie, del capitale internazionale impegnato in un’aspra concorrenza interna per ridisegnare sul piano geopolitico globale aree di influenza e distribuzione dei profitti a scapito dell’umanità e del pianeta stesso. Un potere sempre più armato che utilizza le sue istituzioni, nazionali e transnazionali per imporre le politiche economiche agli stati, che decide arbitrariamente i confini, che alimenta lo scontro tra poveri e sempre più spesso fa ricorso al terrorismo ed alla guerra.

In questo quadro di comando anche quando nuove forze politiche, hanno i numeri per governare – il caso greco vale per tutti – in realtà non hanno alcun potere reale di farlo.
(Anche dove attraverso appuntamenti referendari il dominio apparentemente legittima la volontà popolare, notiamo che la decisione finale spetta sempre ad altri, basti ricordare il referendum per l’acqua pubblica tenutosi nel 2011 dove il fronte contro la privatizzazione vinse in maniera schiacciante ma di fatto il servizio idrico è un servizio pubblico a “rilevanza economica” da gestire secondo le leggi del mercato). Continua a leggere

Se toccano uno toccano tutti: dopo l’aggressione la risposta degli antifa!

antifa pignataro.jpgCome e’ noto nella giornata di venerdi 8 settembre, Roberto, uno dei militanti del Tempo Rosso e’ stato aggredito in seguito a un battibecco verbale avvenuto nella piazza del paese. Come prima cosa riteniamo di esprimere di nuovo la nostra vicinanza a Roberto, compagno che da anni con generosita’ anima e attraversa le lotte sul territorio e in tutta la penisola, sempre in prima fila contro devastazione ambientale e speculazione sui territori, determinazione che ha dimostrato anche ieri quando si e’ difeso strenuamente da chi lo aggrediva. La risposta degli antifa’ non si e’ fatta attendere, in prima serata infatti si e’ formato un corteo spontaneo che dal Tempo Rosso ha attraversato tutte le strade del quartiere, ribandendo che non c’e’ spazio per i fascisti sul nostro territorio, e che la pratica antifascista e’ militante e determinata. Ma l’episodio ci da anche l’occasione di tracciare un quadro politico su come sul territorio possano svilupparsi forme di odio fascista.

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Agro Caleno Zona Ribelle: per smontare crisi, fascismo e razzismo a colpi di boxe.

Nel settembre del 2013 nasce all’interno del centro sociale occupato TempoRosso l’esperienza del corso di Boxe Popolare Antifascista e Antirazzista. Questo progetto scaturisce dall’esigenza di un gruppo di persone di praticare sport lontane dalle dinamiche delle palestre iper-patinate e dalle cordate associazionistiche; slegati dalle prime perchè luoghi fortemente insalubri e propinatori di sbagliati modelli di bellezza e comportamentali,dunque materialmente vere e proprie fabbriche del fitness; dalle seconde perchè perfettamente incastonate in quell’ampio quadro di speculazione attivato sull’agonismo sportivo.

Ed è così che in breve tempo la struttura fisica e politica del Tempo Rosso ha avvolto con piacere questo slancio di pratica diautonomia ed autorganizzazione che si è ben accomodato nel percorso politicodel collettivo. Continua a leggere