È di questi giorni la notizia dell’udienza in camera di consiglio riguardante lo sgombero del CSOA Tempo Rosso.
Dopo già due rigetti, il primo da parte del GIP e il secondo da parte della Seconda Sezione del Riesame Collegio D del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere , la pm Mannu non si arrende e porta la questione sgombero direttamente in Cassazione.
Un attacco che non ci meraviglia, né ci intimidisce, data la grande vitalità della comunità ribelle dell’ Agro Caleno, che compatta da mesi sta rispondendo all’attacco con una massiccia attività politica e gesti di solidarietà attiva da tutte le realtà ribelli di Terra di Lavoro ed oltre.
Gli ultimi mesi che ci hanno visto in strada a Bellona contro 10 denunce ai danni di attivisti del comitato Mai Più Ilside di Bellona, la bellissima giornata di resistenza a Capua in occasione del 25 aprile e la grande partecipazione all’appuntamento annuale con la Pasquetta Reggae (che quest’anno verteva sulla questione sgombero) sono la miglior risposta a qualsiasi tentativo di criminalizzazione di una comunità che lotta e tende ad una vita differente su questi territori che offrono solo ricatto, precarietà e devastazione.
Questo ulteriore attacco sarà per tutti i lupi ribelli solo un altro ostacolo da superare in maniera collettiva e determinata per ribadire che Tempo Rosso non si tocca e che il fiore di un’umanità differente, ormai dopo quasi 20 anni, non potrà mai più essere estirpato.
Comunque vada il 30 maggio sarà un successo, non sarà di certo la decisione presa all’interno delle aule di tribunale a sancire la nostra legittimità ad esistere, legittimità già più volte dimostrata anche in quelle sedi.
Sono ancora numerosi i procedimenti penali a carico dei numerosi militanti dell’Agro Caleno ma di certo non saranno gli attacchi della Procura a spegnere la nostra volontà e determinazione a vivere vite differenti nei luoghi che viviamo.
Non potete fermare il vento, potete solo fargli perdere tempo.