E’ passata una settimana ormai dall’annuncio del sequestro di ulteriori lotti di terreno della discarica ExPozzi di Calvi Risorta per comprovato disastro ambientale e inquinamento delle falde acquifere, ma tranne poche e scarne dichiarazioni di intenti o frasi propagandistiche lanciate nel vuoto della campagna elettorale calena, ancora non si intravedono risposte concrete e all’altezza del gravissimo disastro in atto.
Per questo motivo e nel tentativo di rompere da subito l’indifferenza venerdì 9 giugno come militanti del Tempo Rosso e attivisti delle lotte a difesa del territorio, abbiamo occupato l’atrio del municipio di Calvi Risorta. Solo un primo passo per rompere il velo di omertà ed indifferenza e per tornare a costruire la partecipazione popolare contro quello che già da molti era stato preannunciato come un disastro di proporzioni enormi.
Da mesi ormai nella discarica Pozzi “nascono” fumarole tossiche dovute a combustione, frutto delle reazioni chimiche che avvengono nel sottosuolo, veleni che non solo trovano vie di fuga verso l’alto in forma gassosa, ma che, da quello che si apprende dal provvedimento di sequestro, hanno irrimediabilmente compromesso anche le falde acquifere, compromettendo quindi quasi sicuramente anche le produzioni agricole locali in modo irreparabile. E non chiamateci allarmisti, siamo stati già tacciati di esserlo in passato, precisamente proprio quando venne a galla la vicenda Pozzi, i comitati da subito capirono la gravità della situazione, solo la politica, con in testa il Pd, la Picierno e Bratti, tento’ mestamente di insabbiare e di assopire la rabbia popolare con l’accusa di allarmismo e con promesse campate in aria. Ora è certo, non eravamo allarmisti, avevamo semplicemente capito cosa stava accadendo, avevamo semplicemente smascherato l’ennesimo tentativo della classe politica che ci governa, di trattarci come burattini, di riempirci di bugie, di lasciarci morire “tranquilli”, tanto ci avrebbero pensato loro.
Così non è stato e oggi, lo Stato si arrende, getta la spugna e da’ ragione a quanto detto dai comitati negli anni scorsi. Non è che ci importi tanto aver ragione, sia chiaro.
Ora quello che ci interessa, è costruire la battaglia popolare per una vera bonifica, contro l’ennesima speculazione sulle nostre vite e sui nostri territori, ci interessa pensare a forme di risarcimento per le comunità colpite dal disastro.
Su alcune cose pero’ vogliamo essere chiari. Poco si è detto durante la campagna elettorale calena, sembra che nessuno dei soloni che si sono candidati, ritenendosi all’altezza di rappresentare le istanze popolari, abbia capito nemmeno lontanamente la gravità della situazione. Comprendiamo che la campagna elettorale assorbe tempo ed energie, ma sulla Pozzi nulla si è detto , se non qualche frase di circostanza, un silenzio davvero assordante. Questo il primo nodo da sciogliere: non ci interessa chi diventerà il prossimo sindaco di Calvi, ma chiunque sara’, sappia che dovra’, fin dai primi giorni, fronteggiare i movimenti; la nuova compagine amministrativa dovrà fare di tutto, senza scuse, e saremo costantemente in strada per imporre scelte che siano frutto del pensiero delle comunità piuttosto che nate nelle segrete stanze dei palazzi, ci aspettiamo azioni eclatanti anche da parte delle amministrazioni se davvero chi le compone dice di voler risolvere la situazione, non accetteremo personaggi barricati dietro la sicurezza istituzionale dei ruoli, delle norme e della legalità.
Concetto, quello di legalità, che preferiamo sostituire con quello di legittimità, la legittimità delle rivendicazioni di bonifica dell’area portate avanti dalle comunità da anni.
Non accetteremo scuse, ne’ il solito vecchio mantra del sindaco-paesano che recita pressappoco : “Sono d’accordo ma non si puo’ fare”. Sia chiaro, il nuovo sindaco di Calvi non potrà nascondersi dietro al dito, lo diciamo chiaramente e pubblicamente: o la vicenda exPozzi diventa centrale negli sforzi di tutti o non daremo tregua a nessuno, non accetteremo posizioni intermedie, o con la comunità o con chi ci sta ammazzando lentamente ogni giorno.
Ma non solo Calvi, anzi, crediamo che il disastro colpisca in egual misura anche le comunità di Sparanise e Pignataro. La discarica exPozzi è un disastro per tutto l’Agro Caleno e riteniamo gravi e imperdonabili i silenzi delle amministrazioni di Pignataro e Sparanise. Saremo in strada per mettere alle strette chiunque sta girando lo sguardo altrove facendo finta di non essere coinvolto dalla vicenda e non daremo tregua, non ci sara’ pace, ne’ passerelle pacificate, ne’ kermesse buoniste, che non verremo a incalzare e mettere spalle al muro. O le istituzioni locali danno un segnale forte, oppure saranno considerate nemiche alla stregua di chi ha seppellito i fusti tossici, non accetteremo più indifferenze, non accetteremo piu’ futili spiegazioni e scuse pretestuose.
Crediamo, in ogni caso, che ancora una volta però sia compito delle comunità indicare la strada, di tracciarne il percorso, anche se siamo consapevoli che anche questa è un’ennesima difficile battaglia, ma sappiamo anche bene che non esiste battaglia che non si puo’ vincere.
Per questo motivo lanciamo l’appello a tutte le comunità dell’Agro Caleno a scendere di nuovo in strada, a partecipare alle assemblee popolari che verranno indette nei prossimi giorni, a seguire le iniziative del Comitato Popolare per l’Agro Caleno che da anni si batte a difesa della salute e del nostro territorio. C’è bisogno di calcare di nuovo le strade per reclamare da subito la bonifica, ma c’è anche estrema necessità di ragionare attorno alla creazione nell’immediato di organismi popolari nati dal basso e in autonomia, con l’obiettivo di investire tutte le comunità nel controllo delle bonifiche e delle amministrazioni pubbliche che le gestiranno, investire tutte le comunità anche per pensare collettivamente a quali forme ( al di la degli aspetti meramente tecnici della bonifica) e quali direzioni dare alle bonifiche e quindi al futuro di questo territorio. Non faremo sconti, non ci serve ne’ ci accontenteremo di piazzare qualcuno dei nostri seduto su qualche sedia di pseudo-organismi istituzionali, col paventato ruolo di controllo, anzi, la nostra idea è antitetica a tutto ciò: dovranno essere le amministrazioni a seguire le indicazioni nate in seno alla comunità.
Staremo bene attenti nel non reclamare “bonifiche senza se e senza ma”, ma nel reclamare quelle che secondo le comunità saranno le priorità, non cadremo nel tranello di diventare stampella sciocca e muta di nuovi progetti di speculazione e di saccheggio, perché le bonifiche saranno anche questo: una immensa prateria da conquistare per chi su questi territori gia’ specula e devasta da anni. Questo per noi significa bonifiche sotto controllo popolare e solo ed esclusivamente con questa declinazione del termine agiremo e spenderemo le nostre energie, senza fare sconti a nessuno.
Altro nodo che riteniamo inscindibile dal resto della vicenda è quello di cominciare a ragionare collettivamente su vere e proprie forme di “risarcimento” alle comunità calene colpite dal disastro. Sappiamo che anche questo è un nodo non facile da districare: chi è che dovrà risarcire? Cosa dovra’ risarcire? Quanto dovra’ risarcire?
Non riteniamo di avere le risposte pronte in tasca, ma sappiamo che le domande che ci siamo poste sono giuste e la risposta la daranno le comunità stesse: questo resta un nodo fondamentale e centrale. Aspetto che deve necessariamente partire da un lavoro di inchiesta per la stesura di un “libro bianco” del disastro exPozzi, per poter davvero comprendere a fondo quali e di chi sono le responsabilità di tutto cio’ e per fare in modo che venga ripagato fino all’ultimo tutto quello che ci è stato fatto.
Bonifiche quindi, intese anche come bonifica delle vite, come risarcimento alle comunità, a cominciare, li dove sia tecnicamente possibile, dal coinvolgere nei lavori di bonifica disoccupati e giovani precari locali, nello stanziare risorse per lanciare una campagna medica di prevenzione e controllo gratuita per tutte le comunità colpite, nel dirottare fondi e risorse dagli sprechi a forme di reddito per gli strati sociali subalterni e piu’ colpiti dalla crisi sociale e ambientale.
Certo, le nostre sono solo delle ipotesi, ma delle ipotesi che ci consegnano quantomeno idee chiare su quali strade percorrere nei mesi a venire, senza lasciarci intimorire dalla difficoltà del cammino e senza lasciarci imbavagliare o ancora peggio lasciare carta bianca alle istuzioni: nessuna fiducia e delega in bianco per chi negli anni è stato, se non responsabile, quantomeno complice silenzioso dei progetti di devastazione della nostra terra.
Il quadro fin qui dipinto ci consegna uno scenario a tinte fosche, ma è solo una parte del tutto. A pochi metri dalla Pozzi la Calenia continua a inondare l’aria di polveri sottili e centrale per noi resterà la lotta contro Axpo, ma non solo, tra Calvi e Pignataro sono previsti altri due impianti per rifiuti pericolosi ed inquinanti, la vicenda exPozzi e le bonifiche quindi sono solo la punta di un iceberg piu’ grande e che non possiamo far finta di non aver avvistato: ogni distrazione puo’ far affondare definitivamente l’idea di un agro caleno diverso da quello in cui viviamo quotidianamente!
Ci ritroviamo all’alba di nuove battaglie, forse le piu’ difficili fino ad ora affrontate da queste comunità, ma anche quelle decisive per tracciare una linea che possa dividere definitivamente la barbarie del disastro e della morte, dalla dignità di popolazioni che ormai hanno davvero subito troppo. Noi cammineremo su questa strada, sulla strada della dignità delle comunità calene, consci delle difficoltà che incontreremo e delle trappole che ci verranno lanciate, ma non abbiamo scelta, anzi, crediamo che solo attraverso questa ennesima battaglia possiamo immaginare un presente di dignità e un futuro di riscatto.
Alle lotte, che restano in ultima analisi, la sola certezza, la sola strada che puo’ condurci alla dignità! Contro il disastro Pozzi, per una vera bonifica dell’agro caleno sotto controllo popolare, per il risarcimento alle comunità colpite dal disastro, non faremo neanche un passo indietro, nemmeno per prendere la rincorsa!
csoa Tempo Rosso