A Caserta c’è speranza: sta nelle lotte e i movimenti sociali.

È finito con un corteo per le vie di Capua, festoso e determinato, il consiglio comunale aperto tenutosi lo scorso 8 maggio. Cittadini provenienti dall’Agro Caleno, dalle zone limitrofe alla città e, in grande maggioranza, dalla stessa Capua si sono riversati in piazza dei Giudici, presso la casa comunale, per partecipare alla seduta indetta sul tema del Gassificatore. Un momento di mobilitazione straordinaria, ancora una volta a distanza di pochi giorni, rilancia la presenza sul territorio di un movimento che, in maniera lenta ma inesorabile, cresce e si radica con la forza delle proprie ragioni.

Alla forte spinta partecipativa e democratica di cittadini e comitati abbiamo visto contrapposta l’ottusità grigia di chi, con argomentazioni balbettanti ed improbabili, sostiene l’ennesima speculazione scellerata a scapito della collettività. Non un dato tecnico sulla natura dell’impiano, nè la capacità di esprimere a chiare lettere una visione d’insieme sul tema dello smaltimento dei rifiuti. Antropoli & Co. non hanno saputo nemmeno legittimare le ragioni del partito degli Inceneritori ai quali sono stati iscritti, probabilmente, a propria insaputa.

Dall’altro lato, invece, si sventolavano bandiere, si urlavano slogan per la difesa della terra e si preparavano gli interventi che, in moltissimi, si sono succeduti durante l’assise. Perchè la gente non scende in piazza per niente: c’è chi viene convocato dal padrone e chi ritiene di avere delle buone ragioni e lo dimostra quando prende parola.

Sarebbe complicato ed inopportuno ricercare ora una sintesi esaustiva dei numerosissimi interventi che hanno messo in discussione l’opportunità dell’installazione del Gassificatore. Tuttavia, alcune brevi considerazioni ci sentiamo di dover fare. La prima: i comitati e le reti presenti sul territorio, proprio grazie all’indipendenza ed all’autonomia che conservano nei confronti della politica istituzionale, stanno dimostrando di avere la possibilità di edificare una radicale alternativa al sistema di corruzione e affarismo attualmente dominante. Prova ne è la contrarietà all’impianto di pressocchè tutte le amministrazioni dei comuni limitrofi alla città di Capua e le adesioni al programma Rifiuti Zero di molti di questi stessi comuni su pressione dei comitati. Un altro punto che ci sembra sia emerso con chiarezza è che la battaglia contro il Gassificatore di Capua va necessariamente inserita nel quadro più ampio di una opposizione al Piano Regionale ai Rifiuti. Perchè è la logica di sistema che influenza la decisione sugli impianti da realizzare ed è chiaro ormai a tutti che se questa si basa sulle esigenze speculative del partito degli Inceneritori e delle discariche non ci sarà via d’uscita.

Abbiamo visto l’Assessore Mastellone cambiare versione a distanza di pochi mesi e, grazie ad un video diffuso dalla Rete Calena Beni Comuni lo vedranno on-line migliaia di persone, abbiamo visto Antropoli rinnegare le proprie stesse dichiarazioni, finanche quelle messe agli atti dei consigli comunali della città che governa, abbiamo dovuto assistere persino al tentativo di piegare furbescamente le ragioni di chi lotta per la salvaguardia dell’ambiente e della democrazia a quelle di chi si prodiga per il contrario: come per il rogo della Ilside citato a sproposito o per la critica alla disastrosa gestione emergenziale del ciclo dei rifiuti che da anni denunciamo. È il frutto della loro assoluta debolezza.

È arrivato il momento che sia questo nascente movimento autorganizzato a dettare l’agenda alla controparte. Il lavoro che dal basso è stato fatto in questi mesi va esteso, il fronte, già ampio, va ulterirmente allargato continuando a parlare a tutte le genti di Terra di Lavoro. Questa non è soltanto una battaglia per difendere l’ambiente e la salute, questo è anche un lungo processo democratico di riappropriazione del proprio futuro. Perchè il disastro di oggi è frutto del dominio di un capitalismo armato attraverso il quale esponenti politici e affaristi tengono in pugno la nostra terra.

Questo movimento ha dimostrato di avere solide ragioni e delle proposte precise. Ora sta dimotrando di possedere la maturità per cominciare ad essere qualcosa di più della somma delle proprie parti. È necessario proseguire nella pratica dell’orizzontalità e collegialità delle decisioni, creando ambiti di discussione comuni che favoriscano la produzione di una soggettività in lotta autonoma ed indipendente. In questo modo soltanto riuscirà a rappresentare una alternativa radicale all’autoritarismo arrogante di istituzioni che rappresentano, ormai, solo sè stesse.

Assemblea Autonoma Terra di Lavoro