A rigor di logica, appare assurdo quanto accaduto nelle prime ore di questa mattinata in Val Susa. A poche ore dal partecipatissimo corteo di sabato 25/02, che ha visto la presenza di oltre 70.000 persone confluite a Susa datutta Italia (e non solo) per dire con forza “NO” alla TAV, ancora una volta lo Stato si è mosso con violenza, e senza alcuna leggittimità, per estorcere altri terreni alla popolazione con l’intenzione di estendere ulteriormente il cantiere fantasma di Chiomonte.
Anticipando i tempi annunciati per tali atti di esproprio, le forze dell’ordine erano ben certe di ritrovarsi innanzi pochi resistenti e, con dispiegamanto di forze oltremodo sproporzionato, hanno innescato una serie di eventi che hanno indotto Luca – storico attivista NO TAV – a ritrovarsi sul traliccio dal quale è caduto in seguito ad una forte scossa.
Da Terra di Lavoro sorge spontaneo manifestare solidarietà verso tutta la comunità della Val Susa, condividendo in pieno le ragioni per le quali questa lunga battaglia in difesa dei Beni Comuni si protrae da anni: l’evidente inutilità di un’opera che giova agli interessi delle sole lobbies finanziarie legate alla costruzione della stessa e l’enorme spreco di denaro pubblico. Ciò, nell’attuale situazione di crisi, rende ancor più inaccettabili le irragionevoli scelte del governo Monti, il quale preferisce reperire risorse dalle casse destinate al welfare, piuttosto che rinunciare al finanziamento di strutture poco aderenti all’interesse della comunità.
Lo scenario che si presenta in Terra di Lavoro risulta vicino al modello valliggiano, non per un singolo attacco al territorio derivato da un’unica opera di dimensioni così evidenti, ma con numerosi ecomostri disseminati ovunque, in favore dei quali si è mossa tutta la classe politica della regione. Termovalorizzatori, digestori anaerobici, gassificatori (…e la stessa TAV) sono solo alcuni esempi dei “sacrifici” che la nostra terra, già satura, deve sopportare.
Scelte scellerate, calate dall’alto nella totale assenza di trasparenza e democrazia, spesso imposte con la vecchia scusa dell’eterna emergenza rifiuti. Scelte operate a tutela di politici ed affaristi, ovvero degli stessi che hanno creato l’emergenza, che hanno stipulato accordi segreti con le organizzazioni malavitose dell’interland Casertano- Napoletano per sversare tutti quei prodotti di scarto (tra cui rifiuti industrial e scorie radioattive) che avrebbero dovuto smaltire a costi elevati; Imposte con la forza poliziesca da quei poteri che hanno permesso di costituire in Italia un “governo tecnico” senza alcun consenso popolare per pagare un debito che non abbiamo generato noi, ma per il quale siamo costretti a vivere in uno stato crescente di bioprecarietà.
Nasce spontanea l’esigenza di spinta per una opposizione sociale in difesa dei Beni Comuni, qui in Terra di Lavoro, guardando con un interesse complice e solidale al movimento NO TAV, il quale è stato capace di produrre nell’immaginario collettivo la possibilità di alterità, auto-organizzandosi contro uno stato di cose che non corrisponde ai reali bisogni di una comunità, la quale non ha accettato passivamente la deturpazione del proprio territorio e la palese speculazione finanziaria.
Assemblea Autonoma Terra di Lavoro